Dal 1992

ALPE ADRIA PUPPET FESTIVAL: OPENING YOUR MIND SINCE 1992.

“Com’è venuto in mente di organizzare un Festival di teatro di figura transfrontaliero in un momento in cui c’erano ancora confini così marcati?”

“È stato un desiderio già maturato durante il Festival Internazionale di Teatro per Ragazzi di Muggia. Qui avevo scoperto e mi sono innamorato del Teatro di Figura, in particolar modo delle rappresentazioni dei paesi dell’est.

Da qui nasce l’idea di partire con un Festival Internazionale del Teatro di Figura proprio a Gorizia/Nova Gorica: una città divisa ancora da un confine fra due Stati, come sede ideale per un Festival transfrontaliero che guarda all’Europa.

Siamo partiti con un piccolo cartellone di spettacoli dei Paesi facenti parte del territorio dell’Alpe Adria (Slovenia, Croazia, Austria. Germania, Ungheria oltre all’Italia) insieme a una masterclass di formazione per professionisti, curato da alcuni dei più importanti esperti di Teatro di Figura europeo (Zlatko Bourek, Edi Majeron e Breda Varel). Da qui nasce anche il primo gruppo di attori del Friuli Venezia Giulia capaci di utilizzare le tecniche del Teatro di Figura.

Vista l’ottima accoglienza di questo embrione di Festival (siamo nel 1992), abbiamo continuato ampliando di anno in anno il cartellone, proponendo eventi speciali transfrontalieri, progetti tematici a dimensione europea per giungere oggi a un festival ospitato in più centri: Grado, Muggia, Gorizia e Nova Gorica.”

“Qual è stata inizialmente la risposta di istituzioni e pubblico?”

“Da parte degli artisti e dei teatri c’è sempre stata una grande apertura in quanto c’era la voglia di conoscersi e di scambiarsi tutte le conoscenze e le esperienze. Però ti scontravi con la parte istituzionale e burocratica: a parole tutti molto disponibili, ma di fatto c’era molta diffidenza, poca conoscenza e interesse reale.

Anche per il pubblico, sia sloveno che italiano, superare il confine non era così semplice e naturale come
ora. Ma la voglia di stare assieme e di conoscersi era più forte, in particolare da parte dei giovani che non si portavano più il peso di una guerra e di eventi tragici che avevano segnato pesantemente il destino della città.

Insomma, per iniziare Alpe Adria Puppet Festival c’è voluto un impasto di più ingredienti: un’idea visionaria, un pizzico di coraggio e di follia (che nel teatro occorre sempre) e la voglia di rompere preconcetti, schemi mentali triti, barriere culturali.

“Perché si chiama Alpe Adria?”

“Abbiamo voluto sottolineare il contesto culturale, storico e geopolitico in cui nasceva il festival. La Comunità sovranazionale Alpe Adria viene creata nel 1978 con l’obiettivo di stimolare e assecondare i rapporti culturali, economici, ambientali fra regioni di più Stati europei limitrofi che assieme possono identificarsi con il territorio ideale e culturale della Mitteleuropa. Ne facevano parte: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Carinzia, Austria Superiore, Stiria, Slovenia, Croazia, Baviera, Land Salisburgo, Trentino–Alto Adige, Burgenland, Lombardia, Györ-Moson-Sopron, Vas, Somogy, Zala, Ticino, Baranya, Emilia-Romagna.

Oggi la Comunità non esiste più, avendo perso la sua funzione originaria superata dai mutamenti e dai traguardi raggiunti dalla Comunità Europea, ma è stata certamente un avamposto culturale che ha anticipato idee e valori ormai diventati patrimonio di tutta l’Europa.”

“Come Alpe Adria Puppet Festival s’inserisce nell’importante evento di Nova Gorica e Gorizia capitale europea della cultura 2025?”

“Il Festival, oltre a essere una vetrina internazionale di Teatro di Figura è anche, e soprattutto, un laboratorio permanente che prende spunto e linfa proprio dal territorio in cui viene ospitato. Un laboratorio ‘in progress’ su un territorio in continua trasformazione che mi auguro possa diventare un modello virtuoso di convivenza e di progresso per tutta Europa.

L’appuntamento di Gorizia/Nova Gorica Capitale europea della Cultura 2025 mi auguro possa diventare
per le due città uno spartiacque storico per chiudere le scorie di un passato difficile e aprirsi al futuro. E il Festival vuole essere, nel proprio piccolo, un protagonista di questo cambiamento diventando sempre più un momento ‘unico’ e speciale d’incontro e conoscenza di tutti gli artisti del Teatro di Figura europeo.”

“Possiamo dire che Alpe Adria Puppet Festival ha avuto e ha un obiettivo?”

“Uno fra tutti: creare un pubblico di cittadini che si sentano europei e, nel contempo, mantengano e siano orgogliosi della propria storia e delle proprie diversità.”


Domande di Sabrina Vidon.
Risposte di Roberto Piaggio, direttore artistico Alpe Adra Puppet Festival.

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