Illusioni

Per tanto tempo ci siamo illusi che nella nostra società progredita i conflitti, i razzismi, le epidemie non esistessero più, crogiolandoci nella convinzione ottimistica di un mondo ormai immune da ogni possibile futuro distopico. Pensando che potesse solo crescere e migliorare e dimenticando egoisticamente il resto del mondo. E invece ci siamo scoperti improvvisamente soli e spauriti, incapaci di dare risposte adeguate a parole che pensavamo di non dover più pronunciare, se non ricordando i nostri nonni e bisnonni…

È un mondo complicato e confuso quello che viviamo di oggi, in cui diventa sempre più difficile riconoscere il “vero” dal “verosimile”, succubi come siamo dei rituali e delle tecnologie che noi stessi abbiamo prodotto. In particolare, per i giovani, per le nuove generazioni che dovrebbero avere negli occhi la speranza e il futuro e dare un senso alla vita che vada oltre la realtà del quotidiano…

E il teatro in tutto questo? Beh, noi riteniamo che il teatro possa forse essere ancora una delle rare occasioni per dare spessore e immagine ai nostri dubbi, alle nostre angosce. Uno spettacolo può essere capace – ed è capitato a tanti di noi – di suscitare profonde emozioni, di risvegliare parti di noi ancora nascoste, di farci diventare magari per poco più attenti, più sensibili e aperti nell’osservare gli altri e chi è diverso da noi, di sollecitare riflessioni e pensieri che trascendono la sfera del nostro vivere quotidiano.

Nel teatro la “finzione” è parte costitutiva del “vero”, ne è la scorza obbligata per poterlo rappresentare davanti ai nostri occhi e parlare al nostro cuore e alla nostra ragione. E poi, il teatro, e in particolare il teatro di figura, non è forse il regno dell’illusione e dell’inganno?

Roberto Piaggio, direttore artistico

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