THE WATCHING MACHINE

“Watching machine" era il nome dato a quelle scatole/contenitori del XIX secolo che creavano illusioni attraverso specchi, otturatori e pannelli scorrevoli.

Nello spettacolo la watching machine è il palcoscenico stesso, in cui  la performer gioca con la luce, le ombre e i riflessi per sperimentare assieme al pubblico giochi d’illusione percettiva che pongono domande e dubbi sul concetto di rappresentazione e di convenzione teatrale: una donna vola grazie ad uno specchio, un volto cambia profilo e aspetto attraverso il gioco di ombre, l’interno di una  bocca diventa una lampada che ci illumina e l’intero spazio teatrale assume dimensioni diverse in pochi secondi.

Queste e tante altre immagini compongono la performance e sebbene tutte siano costruite davanti agli occhi dello spettatore permettendo loro di vedere il trucco, rimangono ipnotiche, magiche e sorprendenti. Un lavoro che ci spinge a guardare il mondo intorno a noi anche da altri punti di vista.

Su un palcoscenico bianco chiuso da pareti nere l'artista vestito in maniera impeccabile con una tuta bianca sta posizionando dei microfoni in piedi. Li dispone armoniosamente sparsi sul palco bianco. Sulla parete nera di fondo, sistema dei nastri adesivi bianchi.

Quando la luce si spegne, si apre una porta nel muro. È la prima e sorprendente illusione ottica dello spettacolo.

Macarena Recuerda Shepherd, alter ego dell'artista Lidia Zoilo, ci conduce lentamente attraverso un affascinante mondo di illusioni ottiche, di inganni visivi pieni di magia e poesia. Il suo gioco magistrale riflesso in uno specchio è una vera delizia, accolto da continue risate. Come se fosse un'astronauta nello spazio tra nebbie e penombra, l'artista ci trasporta in un ipnotico universo sonoro-visivo-coreografico composto da fasci di luce, che finiranno per riempire l'intero spazio scenico.

The Watching Machine è uno spettacolo di “teatro visivo” bello, divertente, stimolante, rilassante, affascinante ed ipnotico, che qualcuno ha definito di illusionismo performativo. In ogni caso, un lavoro di giochi visivi di corpi, luci, ombre, specchi e riflessi di indiscutibile bellezza plastica e poetica.

Ferran Baile (recomana.cat)

“Per me The Watching Machine mostra, in modo molto semplice, l’essenza del teatro. La complessa percezione delle doppie realtà. L’attore e il personaggio, realtà e finzione, le convenzioni del guardare. L’illusionismo ci mette il gioco della rappresentazione proprio sotto il naso, ma per me funziona solo se mostriamo il trucco. È molto importante tenere insieme entrambi i margini: realtà e finzione. Pensare che l’illusione sia una delusione concordata con lo spettatore mi ha aiutato a costruire questo gioco reiterato di inganni. Trovare questa drammaturgia ludica dell’illusione è il cuore del lavoro.” Macarena Recuerda Shepherd

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